Frontiera (Emigrante)

Frontiera (Emigrante) E’ la storia di un andare di terre in terre. Nostalgia delle partenze e degli arrivi; dei ritorni a casa : nel bagaglio sempre qualcosa di nuovo. Appunti di viaggio, notazioni; la memoria che ferma le immagini, i sapori, il vissuto

mercoledì 12 novembre 2008

Raffaello
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La medaglia miracolosa della Madonna del Miracolo

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Pubblicato da Nome : Giovenale Nino Sassi alle 01:00 Nessun commento:
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Frontiera è una raccolta di poesie di Giovenale Nino Sassi

bozzetto di Onorato - 1936

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Nome : Giovenale Nino Sassi
I sogni richiedono fatica, amare disponibilità all’incontro. “Amare gli alberi, il tram che sferraglia gioioso sotto casa, le anatre del lago, il freddo, la neve che cade abbondante, la luce dei lampioni che illumina la notte, Uscire e mescolarsi tra la folla quando torna primavera …” (Giovenale Nino Sassi - Pagine) ............... “L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L'amore può condurci all'inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. ... (Paulho Coelho - Sulla sponda del fiume Piedra)
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Frontiera - prima di cena

Passo un’ora prima di cena
dopo un giorno oltre frontiera.
Se scendo è buio
e l’orizzonte inquadrato
racconta una teoria di luci disperse:
i confini del lago.
Il corpo assapora momenti di pace
ma ogni cosa rientra
nella solitudine.
Ci vorrebbe una donna per cambiare il discorso,
per riempire la casa ed accenderla
ma giù, a quest’ora, dopo un giorno oltre frontiera
resta solo chi gioca a carte.
Dovrei uscire per cercare
ma non escono le donne di famiglia la sera.
Resta il flipper, il biliardo,
i soliti che al bar
raccontano il fatto del giorno.
Viviamo per andare oltre frontiera
spinti da un male incurabile:
il bisogno

Inconcludenza

Inconcludenza di mani che cercano
la monotonia dei pensieri
che vanno
silenziosi
come fiori appassiti
verso teorie di pena.
A nulla vale in ricordo degli inganni...
tutto è dipinto di inconcludenza.

Pane

Parla tutto straniero,
qui,
le case, le strade,
le insegne dei negozi,
la gente.
Sto qui ma non capisco
e sorrido quando parlano,
mimo,
raccontando in italiano
quello che chiedo:
pane, pane.

A CASA MIA

A casa mia
c’è una scala vecchia
che sale e porta alle stanze.
I muri
anneriti dal tempo
vorrebbero una mano di nuovo...
un nero più vecchio
degli anni che mi videro bambino
seduto sui gradini
della scala che sale
che scende
dalla mia stanza.

Madonna degli orti

Cercai di rimediare
alla famiglia distrutta
dicendo a me stesso
che dovevo lottare.
.
Girai intorno:
"non c’è lavoro”,
dissero.
Terra amata…
.
Partito Emanuele,
andata mia madre,
partirono gli amici:
dovevo andare.
.
Stavo tra quattro case
“Madonna degli orti”,
la chiamano:
Madonna d’emigrazione

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