domenica 13 luglio 2008

CANTO I - L'Usignolo vola incontro all'inverno



 
Vincnet van Gogh - l'autunno



(a Franco Minetti)
.La cicala canta,
prigioniera della rugiada,
una storia fatta di sangue
all’usignolo avvolto d’autunno.
.
 “la notte tessuta
con seta di luna,
profumata d’estate
colorava,
di bianche trasparenze,
le pannocchie del grano
imbrunite dal sole”.
.
“lasciami vivere, bambino,
questo giorno d’innocenza”
.
“lucerne d’intermittenza
accendevano le ombre
mentre
giù,
nel guazzo dello stagno
una rana
aspettava immobile
i riflessi dell’argento”
. 
“E’ l’ultimo giorno d’innocenza, questo,
poi sarà notte,
lotterò per la vita”
.
“Mia madre mi ha lasciato
in eredità il mondo,
fili d’erba,
ocra,
dorato talento.
Ricordo l’estate
e i canti d’armonia,
colori accesi,
il calore della terra”
.
“Pregerei Iddio
ma qui non c’entra,
è un altro che giudica,
sancisce,
condanna
chi cerca soltanto
d’essere se stesso”
. 
mia madre disse:
”è tuo l’orizzonte,
gli alberi che vedi,
i cespugli,
i riflessi dell’argento
ma meglio che scegli
una casa e pochi amici,
poche cose è meglio,
conosciute e amate
che traiettorie infinite
sconosciute ed insicure.

 
Vincent van gogh - giardino autunnale


. 
Scelsi un filo di grano
per il mio canto
ma venne un cavaliere
e,
armato,
dirocco il campo”.
. 
“Ho chinato la testa
costretto dalla fame
e sto qui che lecco le ferite,
che aspetto che succeda,
qualcosa succeda
capace di scuotere,
cambiare,
il freddo,
questo giorno di vento”
.
“Ricordo l’estate,
i canti d’armonia,
colori accesi,
il calore della terra.
.
 Mia madre è morta
tra i covoni del fieno”
. 
Morì,
prigioniera della rugiada,
l’ultima cicala
mentre l’usignolo,
avvolto d’autunno
volava incontro all’inverno

Vincnet van Gogh - albero delle more

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